E’ un Daniele Di Donato emozionato, ma al contempo carico per l’avventura in amaranto. Ad abbracciarlo anche tanti tifosi giunti allo stadio per un saluto caloroso. Il ritorno ad Arezzo dopo aver indossato la maglia amaranto per ben 77 volte in due anni sembra uno strano incrocio del destino.
Si parte: “Innanzitutto ringrazio il Presidente ed il Direttore per questa opportunità che mi è stata data. Come mi immagino il mio Arezzo? Una squadra da battaglia che con la cattiveria giusta può raggiungere obiettivi importanti.”
Il modulo e gli allenatori avuti in amaranto: “Modulo? Il sistema di gioco sono soltanto numeri e come è normale che sia sarà importante l’interpretazione. Essere positivi aiuta e giocare la palla ci aiuterà ancora di più. Ad Arezzo ho avuto allenatori come Gustinetti, Conte e Sarri. Posso dire di essere stato fortunato ed aver avuto l’opportunità di conoscere degli allenatori fortissimi. Se tra i tre c’è qualcuno a cui mi ispiro di più? Sicuramente studio Sarri, ma questo non vuol dire fotocopiare il suo gioco bensì aggiornarsi costantemente. Sarà l’Arezzo di Di Donato”.
Tra passato e presente: “Farò di tutto per riportare questa Società dove merita e, senza nascondersi, voglio migliorare il piazzamento dello scorso anno. Ho ancora rabbia per quello che successe nel mio secondo anno da calciatore ad Arezzo e questo mi darà uno sprone ulteriore.
Rispetto a quando me ne sono andato posso affermare che questa Società è migliorata tantissimo nell’organizzazione e dovrò solo pensare al campo. E questo è un grande vantaggio per me.
Cosa mi ha convinto a venire ad Arezzo? Il Direttore Pieroni. Ad Arezzo sono stati due anni bellissimi ed io mi sono trovato benissimo. Sono giovane ed ho voglia di crescere. C’è tutto per fare bene, sono una persona molto ambiziosa”.